Liceo Tasso Salerno: rientrata la protesta. Ma cosa c’entrava la Digos?

Immagine tratta da Cronache di Salerno

A quanto si legge da alcune testate, pare che la protesta di ieri sia rientrata (per conoscere la vicenda, potete leggerla al seguente link: https://arabafelicissima.wordpress.com/2022/03/25/storia-di-ordinaria-disinformazione/?preview=true) e che la preside non sia stata denunciata dai familiari delle ragazze coinvolte.

Gli articoli possono essere letti ai seguenti link:

https://www.cronachesalerno.it/rientrata-la-protesta-degli-studenti-del-liceo-tasso-che-ieri-erano-in-sit-in/

https://www.salernonotizie.it/2022/03/26/liceo-tasso-rientra-la-protesta-colloquio-studenti-preside-niente-occupazione/

Personalmente, da madre, avrei chiesto di visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nei corridoi della scuola per comprendere cosa fosse davvero accaduto nella mattinata di ieri, perché è ovvio che tanto le ragazze quanto la dirigente avevano tutto l’interesse a dichiarare ciò che faceva più comodo loro. Ma, a quanto mi risulta, questo passaggio non è avvenuto. In questo mio pensiero non c’è polemica ma insegnamento, perché sembra che chi comanda abbia i diritti e gli altri i doveri. Mi spiego meglio: se mia figlia avesse sbagliato e se le dichiarazioni sulla dirigente fossero state false, quindi diffamatorie, le conseguenze che la ragazza avrebbe dovuto scontare avrebbero dovuto essere molto più severe, data la gravità dell’atto diffamatorio, ed anche io da madre ne avrei dovuto subire le conseguenze. Ma se così non fosse stato, allora sarebbe stato giusto che altri si assumessero le proprie responsabilità invece di chiedere protezione. Dagli articoli dei quotidiani si legge che i quattro rappresentanti degli studenti sono stati accompagnati al colloquio con la dirigente da due agenti della Digos. Perché? La prof.ssa Santarcangelo si sentiva minacciata? Dal tono degli studenti durante l’intervista di ieri non apparivano aggressivi o minacciosi. Niente affatto. Anzi, sembravano molto lucidi e pacati. E dunque? Gli agenti della Digos avevano il compito di intimidire, con la loro presenza, gli studenti? Non sarebbe stato più opportuno che la dirigente si fosse fatta affiancare dal vicepreside e, se proprio lo avesse ritenuto più sicuro, da un altro docente?

Ripeto, è una personale sensazione e magari sbaglio, magari gli agenti non hanno presenziato al colloquio (non mi è ancora dato saperlo) e sono rimasti fuori dalla presidenza, ma questo clima che si respira non mi piace, ed il rispetto dei propri diritti, oltre che dei doveri, deve essere insegnato già a scuola, senza manovre di subdola intimidazione.

Può darsi che questa vicenda abbia insegnato a tutti, adulti e studenti, una lezione di vita: questa volta è andata bene a tutti, non è detto però che le cose vadano sempre così. Quindi attenti a comportarci sempre bene, altrimenti dovremo subire le conseguenze delle nostre azioni: in questo caso, è toccato ad una persona sola, una studentessa. Altre responsabilità non sono state indagate oppure si è scelto di perdonarle. Ma non sempre si può sperare nell’uso di due pesi e due misure.

Intelligenti pauca.

Liceo Tasso di Salerno e giornalismo: storia di ordinaria disinformazione.

Immagine tratta dal Corriere del Mezzogiorno

Ieri mattina, presso il Liceo Classico Torquato Tasso di Salerno, una delle scuole storiche più conosciute della città, si è verificato un fatto increscioso. Ma, a mio avviso, più increscioso è stato il comportamento dei giornalisti salernitani che, ancora una volta, non hanno fatto il proprio mestiere, limitandosi a riportare solo una versione della storia, quella di chi comanda: la dirigente. Purtroppo, sempre più spesso assistiamo a questo modo superficiale di fare giornalismo, senza porsi né porre domande.

Ma procediamo con ordine. Da lunedì 21 marzo u. s. ha avuto inizio la Settimana dello studente presso il menzionato Liceo. Si tratta di un periodo di tempo durante il quale gli studenti stessi organizzano dei corsi che non hanno necessariamente attinenza con materie di studio, nei quali insegnano qualcosa di particolare o originale ai loro compagni, secondo il ben noto schema del peer to peer. Di norma i ragazzi si iscrivono ai corsi che ritengono più interessanti, potendosi mischiare in classi eterogenee anche per fascia di età. Quest’anno, a causa del Covid, i corsi sono stati tenuti da gruppi di alunni che si spostavano tra le classi i cui studenti, però, non potevano lasciare gli abituali spazi di studio, non realizzando quella promiscuità che è alla base di questo tipo di programmazione. Di conseguenza, il tutto si stava svolgendo in maniera piuttosto ordinata, sotto la supervisione dei docenti, con alcuni studenti che svolgevano un servizio di controllo ed i tutor che giravano ogni due ore tra le varie classi, secondo un orario ben stabilito e calendarizzato. Va da sé che, probabilmente, nello spostarsi tra i corridoi semideserti, talvolta i ragazzi abbassassero sotto al naso le mascherine per poter respirare liberamente, tant’è che la dirigente aveva emesso una circolare, nella giornata di mercoledì, per ribadire l’importanza del rispetto delle regole anti-Covid. E fin qui, tutto nella norma.

Veniamo, ora, agli avvenimenti occorsi nella giornata di ieri, 24 marzo. Le testate giornalistiche locali hanno riportato la versione della dirigente che, invece di parlare con i rappresentanti degli studenti, si è precipitata a dare la propria versione ai giornali che, a loro volta, non si sono preoccupati di chiedere ai ragazzi la loro versione dei fatti ma, come da italico costume, hanno riportato solo le parole di chi comanda.

https://www.ilmattino.it/salerno/alunna_senza_mascherina_bufera_liceo_classico_tasso-6585059.html

https://www.salernonotizie.it/2022/03/25/liceo-tasso-senza-mascherina-rischia-sospensione-studenti-minacciano-occupazione/

https://salernosera.it/sospesi-perche-senza-mascherina-sit-in-al-tasso/

Dai link sopra riportati, sembrerebbe che tre studentesse, sorprese con le mascherine “non correttamente indossate” siano state riprese dalla dirigente che, inascoltata, sarebbe stata costretta a sospendere una delle 3 (perché, poi, solo una, non è dato saperlo). La dirigente, inoltre, sosterrebbe di essersi semplicemente attenuta alle sanzioni previste dal regolamento d’istituto. Per questa ragione si sarebbe scatenata la rivolta degli studenti.

Ora mi domando: basta davvero così poco per far scatenare la protesta studentesca? Personalemente non lo credo e non mi sono accontentata di questa versione, così ho fatto ciò che un giornalista dovrebbe fare, pur non essendo io stessa una giornalista: ho indagato la versione degli studenti ed ho chiesto lumi ad alcuni docenti che, comprensibilmente, vogliono restare anonimi.

Ecco quanto dichiarato dalle ragazze e da alcuni testimoni: uscite da un’aula nella quale avevano tenuto un corso, le ragazze avevano abbassato le mascherine sotto al naso. Sorprese dalla dirigente, quest’ultima avrebbe iniziato ad inveire contro di loro mediante turpiloquio, ne avrebbe strattonata una in malomodo, prendendola per la maglia ed il reggiseno, dicendole che non meritava di esistere ed accusandola che se le fosse venuto un infarto sarebbe stato per colpa sua. Alla fine avrebbe comminato alle tre ragazze un giorno di sospensione con obbligo di frequenza, tipologia di sanzione non prevista dal regolamento di istituto, art. 76, né dal regolamento anti-Covid nel quale non si parla affatto di sanzioni. Pare, infine, che i genitori delle ragazze abbiano presentato regolare denuncia agli organi competenti.

In seguito a questa discordanza di informazioni, ho chiesto delucidazioni ad alcuni docenti del Liceo che, come dicevo, comprensibilmente hanno voluto restare anonimi. I docenti mi hanno spiegato che la dirigente non sarebbe nuova ad accessi di collera e ad episodi di apparente squilibrio emotivo.

Alla luce di quanto esposto, appare evidente la decisione degli studenti di manifestare contro l’accaduto: se la dirigente si fosse limitata a comminare una sanzione, nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare. Sono stati, invece, i modi aggressivi e lesivi della dignità delle giovani che hanno scatenato la protesta studentesca. Si cerca di insegnare ai ragazzi il rispetto delle regole solo a parole, non dando il buon esempio? Si pretende di insegnare che esistono doveri senza diritti? Pare che i rappresentanti degli studenti abbiano provato più volte a parlare con la dirigente la quale, però, oltre a rifiutare un confronto, si è rivolta ai giornalisti, quasi a voler mettere le mani avanti.

Questa mattina i ragazzi hanno organizzato un sit-in davanti alla scuola in attesa dell’arrivo della dirigente, esponendo le loro richieste. Intorno alle 11 la prof.ssa Santarcangelo sarebbe arrivata, entrando a scuola dall’ingresso posteriore ed evitando, ancora una volta, di ricevere i rappresentanti di istituto. Solo dopo circa mezz’ora avrebbe accolto gli allievi che volevano consegnarle un documento con le richieste dell’assemblea. E fin qui giungono, al momento, le informazioni da me raccolte.

Ora, almeno, sono state presentate entrambe le versioni dell’accaduto. Ai lettori le valutazioni del caso.

Certo è che non si può continuare a fare giornalismo in questo modo, a percepire uno stipendio senza scollare il sedere dalla sedia o disturbarsi a fare qualche telefonata, aspettando semplicemente che giunga una notizia scritta ed inviata da qualcuno e non verificata. Il giornalismo dovrebbe essere un’altra cosa.

Di un’ora fa fortunatamente un’altra versione dell’accaduto, riportata sul Corriere del Mezzogiorno. A quanto pare almeno loro si sono scomodati a fare il loro mestiere (ma, anche qui, parziale: pare sia riportata solo la versione degli alunni).

https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/22_marzo_25/liceo-tasso-salerno-mascherina-abbassata-corridoi-preside-sgrida-studentessa-parole-forti-6bae0350-ac2a-11ec-9259-ad1827416471.shtml

Qui il servizio mandato in onda al tg delle 14, oggi, da Telecolore:

https://youtu.be/pa2oA8AOS00

I ragazzi, che abbiano torto o ragione, andrebbero comunque ascoltati, perché il futuro del nostro Paese è nelle loro mani e se noi adulti, che dovremmo dare il buon esempio, non siamo in grado di insegnare loro che hanno diritti, oltre a doveri, rischiamo di insegnare loro che la dittatura è preferibile alla democrazia, e con la deriva che stanno prendendo le nostre ex democrazie occidentali sarebbe il caso di riportare un po’ di equilibrio e raziocinio. A partire dai media, che sempre meno frequentemente garantiscono pluralità di informazione e censurano ciò che non fa comodo a chi comanda. Non per niente, la libertà di informazione in Italia è scesa così in basso nelle classifiche mondiali, al 41° posto dopo Gahana e Burkina Faso.

https://rsf.org/en/ranking

Danimarca e Italia. Qualcosa da noi non torna.

Riflessioni.


Il 21 agosto si è tenuto a Copenhagen uno dei più importanti eventi Gay Pride d’Europa. Migliaia di persone che sfilavano in strada, senza distanziamento né mascherine: c’era da aspettarsi un picco di contagi! E invece, anche in questo caso, no. Anzi, stando ai numeri, nelle settimane successive i contagi si sono addirittura dimezzati (fonte:
https://statistichecoronavirus.it/coronavirus-danimarca/).
Qualcuno potrebbe dire: i danesi sono più vaccinati degli italiani! Ed anche qui la risposta è negativa. Secondo il “Sole24ore” i danesi vaccinati con doppia dose sono, al 21 ottobre, il 75,7 % contro il 74,7 % degli italiani, mentre quelli con una dose sono 76,9 % in Danimarca contro il 78,3 % in Italia (fonte:
https://lab24.ilsole24ore.com/vaccinazioni-mondo/).
Non mi pare una differenza così netta. Ai primi di settembre, la Danimarca ha eliminato i green pass e le restrizioni: una persona che conosco, supervaccinata e fermamente convinta della validità della nostra politica sanitaria, quando un paio di settimane fa si è recata lì, si è sorpresa che nessuno le abbia chiesto niente né sui treni né altrove, e che la vita fosse tornata alla normalità; da noi le restrizioni e gli obblighi sono aumentati.

Ma si sa: gli italiani sono i più intelligenti e furbi al mondo, per questo hanno capito meglio degli altri Paesi come affrontare la pandemia… 😉

Ps: La foto è tratta da
https://www.gayburg.com/2021/08/si-e-concluso-il-world-pride-di.html/amp

Tu copi e incolli ed io rispondo (usando la mia testa).

Un amico su Facebook scrive (o meglio, copia e incolla) un pensiero che gira da un po’:

“Ecco sto pensando all’incapacità dell’essere umano di essere coerente. Ti sei fatto 365 giorni di lockdown tappato in casa perché eri terrorizzato, e se uscivi con il cane, quando rientravi ti spogliavi sul pianerottolo, ti levavi le scarpe e ti facevi la doccia con l’Amuchina.
La sera, alle 21,59 correvi più veloce di Speedy Gonzales, di Willy il Coyote e di Cenerentola messi insieme.
Da più di un anno indossi la mascherina e i guanti anche se sei solo.
Sei schedato dalla nascita al Comune, all’Ufficio delle Imposte, in Chiesa.
Sei stato battezzato e vaccinato senza poter scegliere; hai fatto la scuola dell’OBBLIGO.
Quando sei partito per qualche viaggio esotico, hai fatto decine di vaccini senza pensare che ti inoculassero veleni.
Ingurgiti tonnellate di farmaci senza neanche leggere i bugiardini che fino all’anno scorso non sapevi neanche cosa fossero.
Sei schedato anche alla motorizzazione.
Hai il Telepass, lo Spid, l’EasyPark, la PEC, la tessera sanitaria, il conto corrente online, un centinaio di tessere di supermercati, profumerie, negozi di abbigliamento, librerie.
Hai fatto il cashback e la lotteria degli scontrini; fai acquisti su Amazon; hai la carta d’identità, la patente, il passaporto, il codice fiscale, le carte di credito, il bancomat.
Sei iscritto a FaceBook e comunichi a tutti dove sei, cosa pensi e cosa mangi, e tutti sanno di che colore sono le mutande che indossi…
E IL GREENPASS TI LIMITA LA LIBERTÀ???” 😏

La mia risposta è stata questa:

“Infatti. Coerenza. Non ho mai avuto paura per il Sars-Cov 2, pur non sottovalutandolo, ho cercato di uscire quando potevo perché mi è sempre parsa tutta un’esagerazione (schierare un’elicottero della polizia per intimare ad un signore solo, sulla spiaggia, di rientrare in casa? E su!!!) e che la gente avesse perso la brocca; indosso la mascherina solo al chiuso per non esser rotta le scatole e perché rispetto le paranoie altrui anche quando non le condivido o comprendo, ho continuato a muovermi, viaggiare e uscire, ma semplicemente mi sono limitata a evitare grane, sperando che sta storia finisse presto, come ci raccontavano. Non mi sono mai preoccupata di togliere le scarpe all’ingresso o disinfettare le buste della spesa e il loro contenuto. Non ho mai ceduto alla politica del terrore. Eppure non ho mai avuto nemmeno il raffreddore, in questi quasi due anni. Uso le medicine di rado e solo se strettamente indispensabili e prescritte dai medici (ma adesso sono riusciti a farmi perdere la fiducia che avevo in loro). Poi non confondiamo l’obbligo all’istruzione con un obbligo vaccinale che non c’è, perché che piaccia o no, l’obbligo a questo cosiddetto vaccino non c’è. Da bambini non potevamo scegliere, perché nemmeno parlavamo o camminavamo, quindi non potevamo opporci, ed inoltre quelli che ci facevano erano vaccini veri e sperimentati da moltissimi anni, così come quelli che si fanno per andare in Paesi esotici (ma io non ci sono mai andata). Sono contraria ad ogni forma di obbligo e non mi piace sentirmi controllata già da molto prima di questa pagliacciata planetaria, e se potessi manifesterei contro le telecamere per strada, i documenti digitali con i nostri dati biometrici (impronta digitale), app tipo Sidi, ca@@i e mazzi, che ritengo strumenti di controllo ai quali la massa plaude. Quando uso i social SO perfettamente che vengono usati i miei dati, perché non ti dicono che non lo faranno, anzi lo specificano, e decido io cosa postare, dove e quando farlo, e SO che quando faccio il “copia e incolla” di un contenuto viene registrato affinché mi vengano proposti contenuti analoghi (se non considerati “fuorvianti” dagli algoritmi di sistema). Disabilito SEMPRE i cookies e anche quando faccio ricerche online non dò mai il consenso al trattamento dei dati, perdendo ogni volta tempo a rifiutare il tracciamento, anche per interessi legittimi e fornitori che non si sa perché sono specificati a parte, quando hai già segnalato che rifiuti il tracciamento. Da anni so come la popolazione cinese è controllata (testimonianze dirette di amici che ci sono stati) e da anni ho la sensazione che un po’ alla volta la nostra “democrazia” ci stia portando allo stesso punto e continua a sorprendermi il fatto che la maggior parte delle persone, anche di grande levatura intellettuale e culturale, non se ne renda conto e sia addirittura contenta.
E alla fine della giostra, il fatto che lo Stato ci stia già obbligando ad una serie di limitazioni della libertà non PUÒ e non DEVE giustificarne la eliminazione totale. Per quanto mi riguarda, quindi, SONO assolutamente coerente, e anche se molti non sono d’accordo col mio pensiero, francamente me ne infischio!

Ps: inoltre, posso sempre cambiare idea o essere d’accordo su una cosa ma non su un’altra, e non vedo come questo possa riguardare gli altri. Non devo dar conto a nessuno delle mie opinioni, ma solo alla mia coscienza e al mio senso logico.”

PRENDO LE DISTANZE

Immagine tratta da: https://www.avvenire.it/amp/attualita/pagine/manifestazione-no-green-pass-a-roma-tefferugli

Prendo le distanze dal centinaio di facinorosi violenti che hanno rovinato la manifestazione legittima e pacifica di decine di migliaia di persone.
Prendo le distanze da alcuni elementi della polizia che hanno caricato con manganelli, getti d’acqua e fumogeni i manifestanti seduti a terra e/o con le mani alzate, mentre il resto della polizia non è intervenuta a fermare i violenti.
Prendo le distanze dai cosiddetti giornalisti che manipolano l’informazione e che non garantiscono la pluralità della stessa, incapaci di fare indagini giornalistiche, limitandosi a riportare ciò che viene detto loro, facendo di tutta l’erba un fascio.
Prendo le distanze da tutti coloro che fomentano l’odio, etichettando chiunque la pensi diversamente, insultando, ingiuriando, segregando, discriminando e minacciando.

5 ore di diretta della manifestazione di ieri 9 ottobre 2021. Chi le ha viste? Io sì. I giornali hanno riportato i pochi, assolutamente deprecabili atti violenti di una minima parte dei manifestanti. Ma c’erano anche migliaia di persone che manifestavano pacificamente, alcune delle quali hanno anche cercato di fermare i pochi facinorosi (ma si sa: fanno più rumore e notizia 100 violenti che 50.000 persone pacifiche). Ho visto le immagini della polizia che caricava con fumogeni e getti d’acqua i manifestanti seduti a terra con le braccia alzate. Ho visto anche, come tutti, dei pezzi di escremento violenti (alcuni dei quali, nel caso delle camionette “assaltate”, cioè fatte oscillare alcuni secondi, palesemente si sono attivati quando hanno visto di essere ripresi) che hanno screditato il sacrosanto diritto di manifestare di migliaia di persone, oscurandone le legittime motivazioni. Ho visto e sentito, poi, i “giornalisti” italiani, incapaci ormai di fare il proprio dovere, riportando solo una parte delle notizie, quelle che fanno piacere al re, ah sì, ah beh, povero re! Sembra di essere tornati ai tempi della propaganda dell’istituto Luce. Solo che ora si chiama RAI, MEDIASET e La7, oltre a La Repubblica, Corriere della Sera & Co.
Prendo le distanze da tutto questo.

Prendo le distanze da chi definisce violenti TUTTI coloro che sono stati definiti superficialmente e colposamente “novax”: se c’è tanta violenza e tanto odio, è stato fomentato prima di tutto dai giornalai italiani.
Sono veramente arrabbiata per tutto ciò che vedo e sento. È un mondo che non mi piace più, in cui non mi riconosco, un mondo in cui l’idea di far crescere le mie figlie mi atterrisce, diviso tra buoni e cattivi, tra “noi” e “loro”, tra tesserati e non tesserati.
Sono e sono sempre stata una pacifista, ho fatto fare alle mie figlie ogni tipo di vaccino, anche non obbligatorio, e persino quello sul papilloma virus sul quale ero molto scettica e tuttora nutro molte perplessità. Adesso, poiché ho molti dubbi e timori su questo cosiddetto vaccino, del quale gli scienziati per primi dicono tutto e il contrario di tutto, per cui preferisco usare cautela e continuare ad informarmi, vengo definita Novax, e di conseguenza, dalla maggior parte delle persone che si lasciano manipolare dall’informazione, violenta. Come succede a me, succede a tantissima altra gente. Improvvisamente, solo perché chiediamo di essere lasciati liberi di scegliere, siamo i “cattivi”. In un contesto di odio così palese è difficile essere lucidi. Medici e scienziati che dicono che se un “novax” va in ospedale non lo cureranno, o che si divertiranno a cercare la vena sbucherellando, o che ci vogliono i campi di concentramento; politici e politicanti che dicono che i “novax” devono essere trattati con il piombo: anche da queste cose vanno prese le distanze ma i media non ne parlano, si dà un differente risalto alle notizie. Si deve mantenere la lucidità ma le cose vanno viste da entrambi i lati della barricata che è stata costruita ad arte per dividere il popolo, gli amici e persino le famiglie.
Questa situazione mi sta provocando una profondissima sofferenza: vivere quotidianamente il giudizio ed il disprezzo altrui sulla tua pelle solo perché ti poni delle domande a cui dai semplicemente risposte diverse, risposte che danno anche una parte di scienziati e costituzionalisti, quindi non proprio campate in aria, fa male. E tutto questo da quando è uscito il siero magico. Fino ad un momento prima eravamo tutti fratelli, affacciati ai balconi a cantare insieme, a scrivere “andrà tutto bene”. E invece non sta andando bene proprio per niente, sta andando sempre peggio.

Questo è più o meno ciò che ho scritto ad una cara amica che, pur avendo posizioni differenti dalle mie, è persona intelligente, una delle poche con cui io riesca ancora a parlare, perché non giudica, come io non giudico lei, perché pur mantenendo le proprie posizioni sa ascoltare le mie. Ormai è cosa rara.

Siamo davvero capaci di accettare la libertà?

Ogni giorno leggo commenti assolutamente inauditi scritti da gente che si ritiene (e che anch’io ritenevo) civile. Commenti che auspicano a togliere la parola a chi la pensa diversamente.
Si può esser d’accordo oppure no con le idee altrui ma tappare la bocca di chi non la pensa come noi è davvero la soluzione? Forse sì! Lo pensavano anche Stalin, Lenin, Mussolini, Hitler, Francisco Franco, Pol Pot, Videla, Tito e ai giorni nostri Kim Jong-Un. Tutti noti per la loro liberalità! È davvero questo il modo per risolvere le questioni? Tappare la bocca a chi la pensa diversamente da noi? Francamente, sebbene io non la pensi come tanti altri, la sola idea di impedire a qualcuno di parlare mi fa rabbrividire. Anche dichiarare di voler chiudere la bocca a qualcuno è una forma di violenza, sottile, subdola.
Siamo tutti bravi a parlare di libertà, quando riguarda noi stessi. Lo siamo meno se riguarda gli altri.

“Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.”
(cit. di Pertini, tratta da quella della saggista E. B. Hall).

La logica del vaccinato.

Negli ultimi mesi si sta assistendo ad una sempre più accesa guerra tra pro vax e no vax, pro green pass e contro green pass, libertà di scelta o coercizione. Secondo me, però, per dirimere la questione non c’è bisogno di essere statisti, giuristi o virologi, quando sarebbe sufficiente usare la cara, vecchia e sana logica.

Iniziamo col dire che chi è vaccinato ritiene che i vaccinati non contagino, per cui all’interno dei locali stanno tranquilli solo in compagnia di altri vaccinati, mentre ritengono che i non vaccinati li possano contagiare, per cui li temono e non li vogliono vicini.

Perché li temono? Perché pensano che un non vaccinato può contagiare loro, vaccinati.

Una volta contagiato, però, anche il vaccinato, a sua volta, diventa contagioso.

Ma allora la prima affermazione diviene falsa, o no? Cioè anche un vaccinato, se contagiato, può contagiare.

Ergo i vaccinati dovrebbero temere il contagio sia dai vaccinati sia dai non vaccinati.

Dunque perché solo i non vaccinati sarebbero pericolosi? Perché i vaccinati li temono?

E soprattutto, qualcuno mi spiega, a questo punto, a cosa serve un vaccino che fa infettare comunque chi lo fa e non lo lascia libero di muoversi e da ogni paura di contagio?

Eppure dovrebbero essere i non vaccinati ad essere più esposti al contagio ed a forme gravi di malattia e, quindi, ad avere paura dei contagi.

Detto ciò, francamente non comprendo la guerra a chi vuole essere libero di non vaccinarsi!

Riflessione della domenica.

Il gruppo A ha ricevuto l’acqua benedetta; il gruppo B, che non vuol credere alla nuova religione di Stato, no.

Il gruppo A riceve il lasciapassare; il gruppo B ne riceve uno provvisorio solo se si fa tamponare ogni 48 ore.

Il gruppo A e il gruppo B si possono ungere e possono ungere a loro volta in egual misura.

Se il gruppo A si unge e unge, non venendo più tamponato, non si sa (a meno di segni molto evidenti), il gruppo B se si unge sarà riconosciuto e fermato immediatamente, per cui non potrà ungere a sua volta.

Risultato: il gruppo A ungerà indiscriminatamente, senza essere censito e sentendosi salvatore dell’umanità; il gruppo B non potrà far danni ma sarà additato come irresponsabile.

Quando l’unzione si diffonderà, essendo stati tamponati solo quelli del gruppo B, si dirà che NESSUNO è stato trovato unto nel gruppo A (per forza: se non lo controlli non lo saprai mai) ma solo nel gruppo B che, quindi, sarà nuovamente accusato di aver diffuso l’unzione e sarà ritenuto responsabile delle nuove serrate che si stanno già preparando.

Ma io mi domando e vi domando: cui prodest? Perché mettere tutti contro tutti?

Secondo me l’unico motivo è quello di distrarci da altro: manovre politiche ed economiche che ci metteranno in ginocchio, mentre noi siamo intenti a farci la guerra tra poveri, invece di unirci e detronizzare l’oligarchia.

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.

Preferirei di no.

Ho appena terminato la lettura del libro Preferirei di no – Le storie dei dodici professori che si opposero a Mussolini, di Giorgio Boatti. Si tratta di un saggio e come un saggio è scritto.

Ho trovato il contenuto estremamente interessante ma, confesso, lo stile della narrazione vagamente antiquato, spesso noioso e un po’ soporifero. Direte: “Certo. Cosa pretendi? È un saggio!”

Eppure ciò che ci racconta questo libro è davvero affascinante: gli intrighi di potere, le rivalse degli invidiosi, la furbizia di chi segue la marea per restare a galla e, contemporaneamente, il rigore e il senso morale di chi non si piega nemmeno di fronte agli sberleffi di colleghi e, talvolta, di parenti e amici.

Mi domando, dunque, perché un saggio debba necessariamente essere noioso. Forse (ma io non sono una scrittrice né una saggista, quindi prendete con le pinze la mia considerazione), un racconto fluido, come se si fosse trattato di un romanzo, in cui si intrecciano le vicende professionali e di frequente anche personali di questi professori, sullo sfondo di un Paese soffocato dal Fascismo e dalle leggi liberticide, avrebbe avuto ben altro respiro.

Leggendolo, mi sono tornate alla mente le meravigliose lezioni di Storia dell’Architettura tenute dal Prof. Giulio Pane presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli Federico II, che seguivo da matricola e di cui spesso sento la nostalgia. Spiegando l’evoluzione nella critica storica ci raccontò dello storico Ranke, che a metà Ottocento spiegò che, a suo avviso, il compito dello storico fosse di presentare i fatti “wie es eigentlich gewesen”, cioè come questi erano andati. Insomma, una sorta di lista della lavandaia in cui lo storico non deve inserire il proprio giudizio personale, dimenticando che è impossibile non inserire un giudizio, già solo nella scelta dell’argomento da trattare o di quale documento proporre o nascondere, per quanto privo di commento.

Ecco, questo saggio mi ha fatto tornare in mente Ranke. Peccato, perché la storia poteva e può essere avvincente.

Insofferenza planetaria.

  • Se hai dei cani e lasci le deiezioni in giro o non sciacqui la loro pipì sei incivile.
  • Se pensi che il mondo sia dell’uomo e non degli animali, che hanno il diritto di far quel che vogliono, sei un mentecatto.
  • Se non sai badare al tuo gatto e lasci che predi altri animaletti sei un irresponsabile.
  • Se non sei vegetariano/vegano/fruttariano, vuol dire che te ne freghi dell’ambiente e di quei poveri animali che soffrono per colpa tua (se poi hai una pelliccia vera rischi proprio la vita).
  • Se fai la carbonara con la panna sei da manicomio totale, per non dire se mangi la pizza con l’ananas (condivido).
  • Se non condividi idee di destra sei comunista.
  • Se non condividi idee di sinistra sei fascista.
  • Se non sopporti qualcuno perché è oggettivamente str@@@o sei: razzista se questi è di colore, antisemita se è ebreo, omofobo se è gay, misogino se è donna o misantropo se è uomo, e sei pure un bullo!
  • Se non apprezzi ciò che fa chi governa e vuoi emigrare sei disfattista e pure vigliacco.
  • Se vuoi aiutare il tuo Paese e restarci sei un illuso.
  • Se sei ateo sei un “senzaddio”.
  • Se credi in dio sei privo di raziocinio.
  • Se non hai problemi economici sei un corrotto/corruttore, capitalista e negriero.
  • Se non te la passi bene economicamente sei un proletario, scansafatiche, mangiapane a tradimento.
  • Se curi il tuo aspetto sei vanitoso, superficiale e non hai problemi seri nella vita.
  • Se non tieni particolarmente al tuo aspetto sei sciatto, trasandato e pure zozzone.
  • Se metti le tue foto sui social sei vanesio perché tanto sono ritoccate, e comunque i social sono la fiera delle vanità.
  • Se non metti le tue foto o, peggio, non usi i social, hai qualcosa da nascondere.
  • E il bacio del principe a Biancaneve è molestia.
  • E il complimento per strada a una bella ragazza (che, in verità, È fastidioso ma, alla fine, insegna a mandare affan@@@o) è catcalling.
  • Se ingrassi: “Attento alla salute”.
  • Se dimagrisci: “Problemi di salute?”
  • E il buonismo no.
  • E il cinismo no.

Ma insomma… BASTA!!!

Ma non è, per caso, che siamo diventati veramente troppi e ci diamo fastidio a vicenda, oltre al fatto che evidentemente non ci abbiamo un ciufolo di meglio da fare??? (io in questo momento, ad esempio, sto sfruttando i tempi morti mentre arrostisco le melanzane 😁😁😁).

Buona domenica a tutti.

#equestonoequellono